venerdì 9 ottobre 2009

WOW! A BARACK OBAMA IL PREMIO NOBEL PER LA PACE

Congratulazioni al presidente degli Stati Uniti.

Il premio è forse rivelatore di un cambio di rotta nella politica dell’amministrazione americana, di una presa di distanza nei fatti, e non solo a parole, di Barack Obama da George W. Bush?
Vorrei e mi piacerebbe dire di sì ma, invece, devo dire di no, non vedo per ora molte novità sostanziali.
Per stare sull’argomento della pace e dopo 8 mesi dalle elezioni presidenziali americane: in medio oriente i colloqui sono ancora fermi; la guerra in Iraq iniziata dal suo predecessore e che ha coinvolto mezzo mondo è ancora in atto come pure quella in Afghanistan; Guantanamo è ancora attiva anche se non se ne parla più, eccetera.
Allora quello che è stato conferito è un premio nella speranza per il futuro! E anche le mie congratulazioni allora sono nella speranza di un futuro di pace e spero che Barack Obama possa esserne co-protagonista assieme a tanti altri, spesso ignoti e ignorati dai potenti, che donano la vita ogni giorno per alleviare le sofferenze di un vecchio, per dare un pezzo di pane a chi non ne ha, per strappare a un bambino un sorriso o un fucile che un criminale guerrafondaio gli ha insegnato a usare.

Certo che anche sperare che il presidente degli Stati Uniti possa contribuire a darci un futuro di pace è un po’ utopico, è senza speranza (scusate il bisticcio di parole). La sua elezione a presidente non sottintende che alle sue spalle ci sia un popolo come è stato per Martin Luther King o, per altri versi, Malcolm X. Alle sue spalle, per poter diventare presidente, ci sono sicuramente i magnati del petrolio, delle armi, dei latifondi, forse gli stessi che aveva George W. Bush e che hanno cambiato casacca (a questi livelli il passaggio da repubblicano a democratico e viceversa è solo questione d’interessi e di opportunità) e lo costringeranno, passati i primi mesi di euforia, ad adeguarsi alla politica imperiale statunitense.
Però: e se riuscisse a rompere questa camicia di forza? Ecco io spero questo e per questo anticipo le mie congratulazioni che sono pronto a ritirare se nulla si muove.
Congratulazioni al presidente degli Stati Uniti.

P.S.: Il nostro presidente del consiglio come avrà digerito la questione? Avrà sicuramente imprecato contro quei comunistoni di svedesi, eredi di Alfred Bernhard Nobel, che non si sono ancora accorti che i Premi Nobel per la pace, la fisica (nel senso della scienza), la chimica, la medicina, la letteratura e l’economia andrebbero attribuiti tutti e per sempre al migliore: berluska!

 
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