lunedì 12 ottobre 2009

EVVIVA, IL COLLE C'E'


Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, in merito al lodo Alfano, comunica ufficialmente e molto seccamente che «è del tutto falsa l'affermazione che al Quirinale si siano stipulati patti su leggi la cui iniziativa, com'è noto, spetta al Governo, e tanto meno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta». Quindi non c’è stato nessun patto ma, come di consueto, una collaborazione tra gli uffici della presidenza e dei vari ministeri competenti: «Prassi da lungo tempo consolidata di semplice consultazione e leale cooperazione, che lascia intatta la netta distinzione dei ruoli e delle responsabilità».

Più chiaro di così!
Più avanti prosegue, tanto per contraddire la pretesa berlusconiana che il capo dello stato avrebbe dovuto influenzare la sentenza della Consulta: «Il rispetto dell'indipendenza della Corte Costituzionale e dei suoi giudici, doveroso per tutti, ha rappresentato una costante linea di condotta per qualsiasi Presidente della Repubblica».
Beccati anche una lezione di democrazia, iroso primo ministro!
Questo per quanto riguarda il lodo Alfano; ma è intervenuto anche, e mi pare duramente, sulla spesa pubblica: «Il volume della spesa pubblica ha ecceduto i limiti di un indebitamento normale e tollerabile e deve essere ricondotto sotto controllo».
E io che pensavo che, grazie anche all’accoppiata Tremonti-Brunetta, fossimo diventati - o ci fossimo incamminati a diventare - tutti virtuosi (eccetto ovviamente quegli scavezzacolli di statali e para…statali assieme ai quei menagramo e “farabutti” di giornalisti) e fossimo i migliori del mondo (essendo governati dal migliore del mondo): sono rimasto sbalordito.

Vuoi vedere che Napolitano ha deciso, dopo gli schiaffoni di Berlusconi, di smetterla con le sue mediazioni (non so perché ma mi vengono nella mente le famose Dame della San Vincenzo) e di dirci puntualmente ed esplicitamente tutta la verità sulla salute dell’Italia e della democrazia, e che ha deciso di non assecondare più un capo di governo ormai accecato dal suo egocentrismo paranoico (si dice nei corridoi di palazzo che, tanto per cominciare e come risposta al mancato ricevimento del premio nobel per la pace, voglia autoincoronarsi a Monza, nella cappella di Teodolinda, con la corona ferrea)?
Presidente Napolitano, vada avanti così e non sarà solo: riportiamo la democrazia in Italia.


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