«Si è creato un muro di gomma tra sistema politico, media e condizioni reali. Cercherò di abbattere questo muro» e ancora «Il mio primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali».
Chi fa queste dichiarazioni ai microfoni di CNRmedia è Pier Luigi Bersani, nuovo segretario del Partito Democratico.
Detto tra noi e senza che ciò abbia molto peso, a me Bersani è simpatico per la sua connaturata simpatia romagnola ma il suo modo di porsi in politica non mi convince, mi pare, con rispetto parlando, come una spugna (qui il vino non c’entra nulla): assorbe dal PCI e dai suoi rinnovamenti avvenuti nel tempo, dal mondo cattolico specialmente quello affaristico della Compagnia delle Opere e, perché no, anche il centrodestra non è estraneo alla sua proposta politica. Shakera il tutto e, voilà, il gioco è fatto.
Tuttavia, e lo dico con franchezza, il segretario ora è lui e per il momento attendo senza pregiudizio, anzi con un cordiale tifo, le sue prime mosse: se le sbaglia, lo saluto.
Intanto, le sue prime dichiarazioni vanno nel verso giusto ma sono ancora molto insufficienti; infatti, ciò di cui il paese ha necessità è che ci sia una reale opposizione all’occupazione dello stato da parte dello psicodux di Arcore (per inciso: vuoi vedere che i suoi stessi compagni di merenda lo pensionano? che risate!), senza tentennamenti o bizantinismi: bisogna mandarlo a casa punto e basta. “Lotta dura senza paura” si diceva nel ’68 quando ero ancora giovane studente; bei tempi quelli quando il comunista faceva il comunista, il democristiano faceva il democristiano e il missino faceva il fascista: botte da orbi, ma ci si rispettava, di più allora che oggi.
Certo, le amicizie di Bersani non sono di quelle che si possono apprezzare o sopportare a cuor leggero, Antonio Bassolino e Agazio Loiero fanno venire l’orticaria persino a un incosciente e innocente neonato e lo stretto legame con la volpe Massimo D’Alema non mi permette di stare tranquillo sull’evolversi di quest’avventura. Ma diamo tempo al tempo, può essere che, indossando l’abito di segretario del maggior partito di opposizione, venga “folgorato sulla via di Damasco” e trasformi il coma attuale del suo partito in una fresca e scoppiettante mischia per la libertà e la giustizia.
Non ha importanza se perderà per strada alcuni uomini come il camaleontico Francesco Rutelli; se capitasse, sarebbe solo un guadagno, per tutti.
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lunedì 26 ottobre 2009
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Bogar,
RispondiEliminapermettimi una correzione: Bersani non è romagnolo, è emiliano di Piacenza.
Per il resto, condivido.
Pippo
Grazie per la correzione
RispondiEliminaBogar