martedì 27 ottobre 2009

TUTANKHAMON E BERLUSCONI



Tutti, stampa televisioni e web, parlano di Piero Marrazzo e dei suoi amici trans, della scarlattina di Berlusconi (se la si prende in tarda età, si può morire?), dell’impalamento politico del solito Giulio Tremonti, della vittoria (contro chi?) di Pierluigi Bersani e non parliamo della decisione del nostro Francescone Rutellone che ha deciso il distacco a rate dal Partito Democratico per domiciliarsi (per poco, gli piace variare, non preoccupatevi) nel partito del Buttiglione Rocco. Tutti temi che all’Italia degli italiani normali non interessano un fico secco se non giusto per scambiare quattro chiacchiere tra estranei sul tram o tra le bancarelle del mercatino rionale.


Vuoi vedere che sono fumogeni per nasconderci, come al solito, altre questioni? Staremo a vedere. Intanto abbiamo sua altezza il ministro Renato Bruschetta che ci dice che i soldi per fare il ponte sullo stretto di Messina ci sono (ma non ci sono quelli per mettere in sicurezza il territorio italiano e non ci sono, comunque, nemmeno quelli per il ponte) e, alla conferenza del Traffico e della Circolazione promossa dall’ACI a Riva del Garda, insiste: «Il ponte sullo stretto è un'opera epocale, voluta dal paese intero, figura nel nostro programma di governo e la realizzeremo nel tempo più breve possibile. La prima pietra sarà posata dal presidente Berlusconi. Questa grande opera rappresenta una soluzione, una volta per tutte, per la questione meridionale». In perfetta sintonia con il presidente Napolitano che raccomanda, invece, di investire sulla sicurezza e non su opere faraoniche.



Già, il faraone. Non uno qualunque ma il più famoso: Tutankhamon. E vuoi che il nostro scarlattinato presidente sia da meno del piramidato faraone? A piramide contrapponiamo il ponte. Ecco, credo che tutta la questione si giochi su quest’assioma: “io sono il più grande”.
Così decade (il dux lo crede veramente e lo vuol far credere anche a noi; che sia a causa della malattia della quale ci ha avvertito già da tempo la sua ex signora?) ogni questione sulle priorità, sui costi, sulla sicurezza: ciò che vuole è che resti il segno del suo passaggio.
Registriamo questo infausto momento e non disperiamo: le bugie e i bluff presidenziali sono di gran lunga in quantità superiore rispetto alle verità dello stesso e forse dell’idea del ponte, finite le elezioni regionali di primavera e fino ad altre elezioni, non se ne parlerà più.


Speriamo ma vigiliamo.






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