martedì 3 novembre 2009

IL CINICO E CATTOLICISSIMO SOTTOSEGRETARIO GIOVANARDI. L’OMICIDIO DI STEFANO CUCCHI

Il 22 ottobre è stato ucciso Stefano Cucchi mentre era ricoverato presso l’ospedale Sandro Pertini di Roma.


Questi i fatti ricostruiti dalla famiglia:
giovedì 15 ottobre 2009 ore 23.30: Stefano viene fermato dai carabinieri per possesso di 20 grammi di marijuana;
venerdì 16 ottobre 2009 ore 1.30: quattro carabinieri si presentano presso l’abitazione dei genitori del ragazzo e, come da prassi, perquisiscono l’abitazione senza trovare nulla d’interessante;
venerdì 16 ottobre 2009 ore 12.00: Stefano Cucchi, scortato dai carabinieri, viene portato in aula di tribunale per il processo per direttissima, il suo volto è già gonfio e presenta lividi sotto gli occhi;

venerdì 16 ottobre 2009 0re 14.00: dopo la sentenza, il giovane viene visitato presso l’infermeria del tribunale, dove gli riscontrano “lesioni ecchimotiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente" mentre Stefano dichiara "lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori". Viene quindi portato al carcere di Regina Coeli e affidato alla polizia penitenziaria. Qui affronta un’altra visita medica con la diagnosi di “ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione”; è quindi trasportato per controlli all’ospedale Fatebenefratelli, dove riscontrano una “la frattura della vertebra coccigea”;
sabato 17 ottobre 2009: Stefano viene ritrasferito al carcere Regina Coeli;
sabato 17 ottobre 2009 ore 13.15: viene ricoverato all’ospedale Sandro Pertini;
sabato 17 ottobre 2009 ore 21.00: solo a quest’ora la famiglia è avvertita del ricovero ma non è loro concesso di visitare il figlio, rimandando l’eventuale permesso al lunedì successivo;
lunedì 19 ottobre 2009 e martedì 20 ottobre 2009: ancora una volta è impedito ai famigliari di visitare il figlio col pretesto che manca l’autorizzazione del giudice del tribunale;
mercoledì 21 ottobre 2009: il padre di Stefano ottiene l’autorizzazione del giudice ma manca il visto del Regina Coeli, quindi niente visita;
giovedì 22 ottobre 2009 ore 6.20: la famiglia apprende la notizia della morte di Stefano Cucchi.

Su questo omicidio di stato, non vedo in quale altro modo definirlo, non voglio fare alcun commento. Ognuno faccia il suo ma rispetti la morte di questo giovane. Non come ha fatto il cinico sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi che, di fronte alla tragicità della morte di Stefano e alla tragicità della violenza di questo stato, osa insultare ancora il ragazzo: leggete e vomitate pure.

Primo commento di Giovanardi:
“Allo stato degli atti c'è un sicuro, evidente responsabile indiretto o diretto della morte di Stefano: la droga … Questo è il killer che entra nelle nostre case, aggredisce le nostre famiglie, porta via i nostri figli lungo un calvario che i genitori dei tossicodipendenti purtroppo conoscono troppo bene … La verità di quanto accaduto a Stefano può essere dunque collegata al comportamento indegno di qualcuno che doveva proteggere la sua fragilità ma potrebbe essere anche l'avvelenato frutto finale dei danni della droga”.

Altro commento di Giovanardi:
“I medici devono o non devono obbligare un paziente a nutrirsi contro la sua volontà? E la volontà di un giovane fragile e malato come Stefano Cucchi non era evidentemente alterata tanto da obbligare i medici ad intervenire per salvargli la vita come giustamente i famigliari sostengono?”. “È il Parlamento, mentre discute del testamento biologico, che deve sciogliere questi nodi, per confermare, come è scritto nel testo proveniente dal Senato, che alimentazione ed idratazione in alcuni casi sono atti dovuti”.


Ma Stefano non è morto per droga: è stato massacrato dagli sgherri, con o senza divisa, agli ordini suoi e del suo capo.



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