venerdì 6 novembre 2009

E SEMPRE ALLEGRI BISOGNA STARE CHE IL NOSTRO PIANGERE FA MALE AL RE

Vi ricordate come finiva la canzone “Ho visto un re” di EnzoJannacci?

“…
- Ho vist un villan. - Sa l'ha vist cus'è? - Un contadino!
- Ah, beh; sì, beh.
- Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore, persino il cardinale, l'han mezzo rovinato, gli han portato via: la casa il cascinale la mucca il violino la scatola di kaki la radio a transistor i dischi di Little Tony la moglie! - E po`, cus'è? - Un figlio militare gli hanno ammazzato anche il maiale... - Pover purscel! - Nel senso del maiale...
- Ah, beh; sì, beh.
- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava! Ah! Ah! Ah! - Ma sa l'è, matt? - No!
- Il fatto è che noi villan... Noi villan...

E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!”

Il “villan” della canzone siamo noi ai quali è permesso solo ridere perché, altrimenti, il “nostro piangere fa male al re”. Mi pare che questo, alla fine, sia il patto che due dei tre principali sindacati nazionali (CISL e UIL) hanno siglato con il nostro leader-minimo.
Solo le voci, ancora timide, della FIOM e della CGIL escono dal coro e Guglielmo Epifani dice che “avremo problemi enormi sull’occupazione fino alla fine dell’anno prossimo”.
L’accordo che il governo ha fatto con FIM e UILM esclude, di fatto, la FIOM-CGIL che è, stando ai numeri e alle tessere, il sindacato più rappresentativo dei metalmeccanici; tale intesa, quindi, risulta essere illegittima.
In effetti, l’accordo sottoscritto dai due sindacati filogovernativi è quanto di più insolente si potesse pensare nei confronti dei lavoratori: lo spregio massimo.
E allora fanno bene Gianni Rinaldini e Guglielmo Epifani a indire uno sciopero a Roma per sabato 14 novembre, non soltanto dei metalmeccanici della FIOM ma di tutto il sindacato CGIL e per chi vorrà. Spero non sia l’ultimo sciopero: lasciateci almeno la libertà di piangere.
I dati sulla situazione economica non sono quelli che l’inquilino di palazzo Chigi ci vuol fare intendere; prendiamo solo due dati del centro studi del sindacato, l’IRES:
1. la disoccupazione ha raggiunto 3,2 milioni di lavoratori e non 1,8 milioni come asserisce ISTAT, poiché l’istituto di statistica non aggiunge al numero chi ha smesso di cercare lavoro perché convinto di non poterlo trovare;
2. la previsione è una crescita straordinaria della cassa integrazione anche per il 2010 e per il prossimo anno si annunciano 1,2 milioni di domande di disoccupazione ordinaria.
Niente male con l’esaltazione sul “fine crisi” dei nostri governanti.



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