Un lettore del mio blog (sono orgoglioso di avere dei lettori attivi) mi ha proposto di scrivere di un’iniziativa che, nata a Reggio Emilia, si è diffusa in varie parti d’Italia e in alcuni paesi esteri. Mi ha dato anche gli estremi per prendere contatto diretto con chi l'ha fondata, come, obbediente, ho fatto. Ho scambiato alcune email con la presidente dell’Associazione I Sant’Innocenti (con l’apostrofo proprio lì), una ONLUS (associazione senza fini di lucro) che fa tante cose e tra queste le adozioni a distanza, le borse di studio per studenti provenienti dai paesi più poveri del mondo, progetti di sviluppo in El Salvador e in Honduras e che gestisce, nel periodo natalizio, l’iniziativa “La Bottega del Natale”: l’azione di cui voglio brevemente parlarvi (andate, in ogni caso, a guardarvi il sito dove c’è scritto tutto nel dettaglio: http://www.isantinnocenti.it/).
Torniamo a noi. Alcune signore, madri di famiglia, giovani spose e signorine giovani e attempate, differenti per storia, credo e situazioni, nel 1979, danno vita, nel mese di dicembre, a un progetto che consiste nel vendere oggetti come mobili, quadri, porcellane, piccolo antiquariato, curiosità da tutto il mondo. Questa iniziativa ha tre caratteristiche che, nella notizia che la presidente mi ha scritto, mi hanno particolarmente e positivamente interessato e che vorrei evidenziarvi poiché danno una boccata di novità e di freschezza:
la prima caratteristica: gli oggetti in vendita, inizialmente, sono stati quelli che le stesse si sono private e hanno regalato alla “bottega”, sono oggetti che hanno fatto parte del corredo o hanno particolare significato affettivo, cose quindi care da non disfarsene a cuor leggero; oggi, ormai finito il “corredo”, fanno ricorso anche a fornitori disponibili a offrire all’associazione il materiale in conto vendita (cioè si paga il fornitore solo se si vende il prodotto);
la seconda: tutto il ricavato è destinato in beneficenza sia in Italia che all’estero in base a un intervento progettato in precedenza e quindi non come elemosina;
la terza: la vendita è fatta affittando (o ricevendo in uso gratuito, secondo gli anni e il buon cuore dei cittadini) un negozio nel centro cittadino e si regge sulla presenza, a turni e volontaria, delle stesse signore e signorine che si trasformano per l’occasione, potenza del natale, in commesse.
Questo il commento della presidente: “È l’espressione concreta che la solidarietà è un fatto, non un’elemosina, è il lavoro di persone che si mettono insieme per aiutare chi non ha proprio nulla, non ha nemmeno più riconosciuta la propria dignità di uomo nei bisogni più elementari: l’affetto, il cibo, la salute e l’istruzione. È una stima reciproca che permette di lavorare insieme nonostante le proprie diversità ed è un incontro soprattutto fra coloro che lavorano insieme.”.
Se chi ci governa avesse la stessa umiltà e la stessa lungimiranza di queste signore non saremmo costretti a subire gnomi, escort, trans e ma-va-là.
Quest’anno la “Bottega del Natale” è iniziata con grande anticipo: è già aperta e pronta a ricevere i clienti in via Emilia Santo Stefano n.9/c a Reggio Emilia.
In mezzo a tanti disastri morali, politici ed ecclesiastici che avvengono in questo periodo, mi è sembrata una cosa meritevole di attenzione e quindi ve la propongo.
Io stesso, alla prima occasione di passaggio in Emilia, prima delle feste natalizie, mi fermerò per contribuire.
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martedì 10 novembre 2009
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