martedì 8 dicembre 2009

SANT’AMBROGIO, TETTAMANZI, IL LEGHISTA CALDEROLI CON I SUOI “PAPPONI”


Povero sant’Ambrogio. Un suo cardinale è stato crocefisso perché, come Chiesa giustamente comanda, ha espresso pubblicamente il suo disappunto sullo sgombero di un campo rom nella civilissima e cristiana Milano, la Milano della sindachessa Letizia Moratti e del governatore Roberto Formigoni, e ha criticato la politica del governo (Silvio Berlusconi e la Lega Nord) verso l’accoglienza degli stranieri.
Stiamo parlando del cardinale arcivescovo di Milano (successore, quindi, di Sant’Ambrogio) Dionigi Tettamanzi il quale ha fatto solo il suo dovere di pastore: ha difeso il suo gregge, tutto, anche quelli non “iscritti”, anche quelli che sono neri, anche quelli che la parola dio la pronunciano allah, anche quelli che si sono sporcati le mani del sangue altrui, insomma, proprio tutti.
Da chi è stato crocefisso? Niente meno che dal più intelligente (figurati gli altri) dei cristiani celtici: il ministro leghista Roberto Calderoli, quello dell’intervista in mutande, quello che ha fatto scoppiare un casino dell’altro mondo per una maglietta cretinamente offensiva del mondo islamico, quello che voleva far pascolare un porco (evidentemente suo amico fraterno) su un terreno riservato forse alla costruzione di una moschea, quello stesso che ha scritto una legge elettorale e l’ha definita egli stesso una “porcata” (come vedete il tema del maiale è costante e non può essere altrimenti).
Ebbene, questo genio, figlio di Umberto Bossi (talis pater...) e figlioccio dell’arrapato Silvio Berlusconi, apostrofa il porporato ambrosiano accusandolo di essere avulso dal suo popolo: “Con il suo territorio non c’entra proprio nulla. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia” e il suo giornale, si fa per dire, “La Padania” rincara la dose: “Onorevole Tettamanzi: Cardinale o imam?”.
Non è mia intenzione e nemmeno mio stile prendere le difese di un cardinale, i potenti sanno difendersi da soli, ma voglio condividere con voi una riflessione.
Mi pare che l’attacco al cardinale di Milano indichi un'ulteriore tappa di un percorso già digerito da una buona parte di italiani e fatto proprio da questo inefficiente governo: com’è stata inventata la regione “Padania” (una bufala incredibile, senza nessi culturali, storici e geografici) con la conseguente regionalizzazione della politica, nel senso deleterio dell’espressione, e con gli effetti razzisti e xenofobi che ben conosciamo, così si vuole ridurre la Chiesa (cattolica e quindi, per natura universale) a una dimensione territoriale e al servizio della politica, in questo caso, dei veri lombardi; la religione dei leghisti.
Un’idea, questa, semplicemente aberrante e demenziale eppure tollerata anzi protetta da chi governa con questi barbari e con loro fanno affari. Mi chiedo, infatti, perché il nostro reuccio arcorese, non è intervenuto per tappare la bocca al suo ministro? e perché la signora Moratti e il signor Formigoni non hanno preso le distanze con una posizione istituzionale? e perché la cattolicissima Comunione e Liberazione (che lì è di casa) non ha sostenuto il suo arcivescovo? e perché il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, non dicono nulla?
O sono d’accordo o sono ciechi. Sia nel primo come nel secondo caso, costoro lascino il posto che occupano a persone più competenti e innamorate del bene e non dei propri affari e preghino dio che la storia si dimentichi di loro.



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