giovedì 3 dicembre 2009

LA PANDEMIA DEL RAZZISMO

C’è chi prova a fare la differenza tra razzismo e xenofobia in Italia. Come sapete, il razzismo si fonda sulla presunta superiorità di una razza (?) sulle altre, determinando discriminazioni sociali fino ad arrivare al genocidio, mentre la xenofobia è “solo” un’avversione indiscriminata nei confronti dello straniero.


Chi, in riferimento al nostro paese, propone questa differenza lo fa, spero in buona fede e per amor di patria, per etichettarci con il termine più edulcorato di xenofobo.
Sbaglia, in Italia coesistono sia il razzismo sia la xenofobia. Due recenti esempi di razzismo (ma sarebbero migliaia).
Nella civile Svizzera viene proibita la costruzione di minareti ed ecco che, puntualmente, i leghisti guidati dai due roberti, i ministri Calderoli e Maroni, in compagnia del minchione Maurizio Gasparri e suoi amici picchiatori, tutti intimi del nostro Silvio Berlusconi, esultano e propongono la stessa cosa in Italia in nome dell’identità nazionale (quale? quella padana o quella italiana?).
Nel comune di Coccaglio in provincia di Brescia (evoluto per il solo fatto di essere in mano leghista) il sindaco Franco Claretti (che dio lo maledica) propone e attua, nella quasi indifferenza generale, il “White Christmas”, che è audacemente e genialmente tradotto dai capopopolo leghisti “natale dei bianchi”, impegnando i suoi poliziotti civici in un casa per casa e spedendo fuori le mura del paese tutti gli “abbronzati” e tutti coloro che non parlano il dialetto coccagliese (ma è buono: non pensa di sterminarli con le armi).
Non so come volete chiamare tutto questo. Per me risponde esattamente alla definizione di razzismo. Di conseguenza chi lo pratica è razzista: capito ministri e minchioni?

A furia di dare spazio alle parole e alle azioni di questi intolleranti e inumani vichinghi (che di vichingo hanno solo le corna ma mancano di attributi virili) attraverso le televisioni berlusconiane e minzoliniane (neologismo che indica lo schiavo addetto alla pulizia dei cessi pubblici), la gente comune, il vicino di casa, il fedele che va a messa, la vecchina assistita dalla pubblica carità, lo studente primo della classe assieme all’ultimo della classe, qualche prete, tutti insomma, incominciano a ritenere normale, inizialmente, una “sana” presa di distanza dal diversamente colorato per arrivare, poi, alla convinzione che questi stranieri ci minacciano. Questa è xenofobia.
Il degrado della società ha toccato veramente il fondo, persino lo sport non ne è immune con i cori razzisti all’indirizzo di Mario Barwuah Balotelli che, per il popolo leghista, ha due gravi difetti: è nero ed è nato in Sicilia, un’accoppiata, questa, esplosiva e pericolosissima.
Eppure la Costituzione italiana lo dice chiaramente all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”. E il principio di eguaglianza stabilito dall’art. 3 è stato ritenuto dalla Corte Costituzionale applicabile anche allo straniero, quantomeno in materia di principi e diritti fondamentali dell’individuo.

La Lega Nord, di tutto questo, ha una responsabilità cosmica, dobbiamo rendercene conto, siamo diventati anormali, “alieni”.




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