martedì 12 gennaio 2010

LA BUGIA DEL TAGLIO DELLE TASSE


La campagna elettorale, per chi non se ne fosse accorto, è iniziata un momento dopo lo psicodramma del tiro del souvenir che ha visto come protagonisti Silvio Berlusconi (parte lesa) e lo psicolabile Massimo Tartaglia nel ruolo di aggressore.
Non è cinismo il mio, è la constatazione, interpretando l’evolversi della situazione politica italiana, che quanto è accaduto era già scritto, anzi voluto.
Dall’aggressione emergono due “cavalli di battaglia” che saranno il leit motiv della campagna elettorale di Silvio per le prossime regionali: il primo già ben strutturato le cui conseguenze le stiamo iniziamo a subire oggi mentre il secondo è stato annunciato alla ripresa della vita pubblica del nostro primo ministro. Andiamo con ordine.
PRIMO MOTIVO: il partito dell’amore. D’ora in poi tutti devono essere buoni e prostrati davanti al salvatore della patria, all’unico uomo che sacrifica la sua vita e il suo sangue perché il popolo italiano possa vivere felice. L’opposizione se la beve immediatamente e in men che non si dica si attacca al carro del condottiero avversario. Folli, non sanno che hanno a che fare con una mantide religiosa: dopo l’amplesso impone la morte.

SECONDO MOTIVO: il taglio delle tasse. È così irreale che persino il tutto d'un pezzo Giulio Tremonti non ha fatto storie, consapevole che la cosa non andrà mai in porto, essendo una promessa da marinai. Ne volete una prova? Vi offro una piccola cronistoria delle dichiarazioni, del presidente pinocchio, che ho trovato nel web.
1. Porta a Porta, 9 aprile 2001: ridurremo la pressione fiscale dal 47 al 35% nell’arco di 3/4 anni;
2. Corriere della Sera, 22 aprile 2001: per i redditi superiori ai 200 milioni l’irpef sarà portata al 33%;
3. Il Messaggero, 5 maggio 2002: dal 2003 meno tasse per tutti;
4. Forum executive del Tesoro, 25 luglio 2002: tasse più leggere nel 2004;5. La Stampa, 3 aprile 2004: confermo, meno tasse entro il 2005;
6. dichiarazione, 30 marzo 2004: conto di ridurre l’aliquota massima delle imposte dal 45 al 33%;
7. Ansa, 10 maggio 2004: garantire entro la legislatura la riduzione delle aliquote del 33 e 23% come promesso nel contratto con gli italiani;
8. dichiarazione, 11 settembre 2004: le aliquote saranno tre: 23, 33 e 39%;9. La Repubblica, 16 marzo 2005: la quarta aliquota fiscale sarà cancellata il prossimo anno, ridurremo le tasse del 40%;
10. dichiarazione, 9 gennaio 2010: sogno una vera riforma tributaria, con due sole aliquote: 22 e 33%.
Come potete notare di quanto promesso non abbiamo visto risultati poiché promettere non costa nulla ma serve per far abboccare gli elettori, quelli non ancora cresciuti e che hanno necessità che qualcuno racconti loro, prima di abbandonarsi a Morfeo, una bella favola.
E poi, ammesso che Berlusca voglia, una tantum, dar seguito con i fatti a quanto dice, siete certi che sia una cosa ben fatta?
Se vengono istituite due solo aliquote, al 23 e al 33%, i vantaggi andrebbero quasi esclusivamente a coloro che hanno un reddito annuo alto, infatti, passerebbero in un sol colpo dal 38, 41 e dal 43% al 33%: un salto niente male. Per coloro con un reddito annuo basso la riduzione sarebbe pressoché nulla. Morale: per i ricchi tasse più basse mentre i poveri, come d’abitudine, stanno a guardare, come è successo per l’eliminazione dell’ICI anche ai ricchi, l’abolizione della tassa di successione, lo scudo fiscale, eccetera.
Il povero sarà sempre più povero.
Votatelo gente, votate il papibuono.



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