Come tutti i bravi italiani, bipartisan e democratici, nel giorno della memoria, non ho potuto fare a meno di dedicare un pensiero alle vittime dell’olocausto e non ho potuto non ascoltare e guardare ciò che la radio e la televisione hanno proposto: dalle dichiarazioni ufficiali dei politici (speriamo sincere), ai racconti dei superstiti (questi sicuramente sinceri per il martirio subito), ai documentari e ai film. È giusto: il ricordo dell’olocausto e del genocidio, perpetrato sistematicamente nei campi di sterminio sugli ebrei dai nazisti, aiutati in Italia dai fascisti, deve continuare a interrogarci sulla bestia che convive in ciascuno di noi, che continua ancor oggi a convivere in ciascuno di noi, senza distinzione di religione o di etnia o di appartenenza politica.
Nel mio onorare il giorno della memoria, tuttavia, si è insinuato un disagio profondo: perché tutti parlano solo della Shoah? Eppure in contemporanea all’eccidio degli ebrei, registriamo l’eccidio degli zingari, degli omosessuali, dei comunisti. Perché nessuno si ricorda di loro, non sono anche loro uomini in carne e ossa?
E, arrivando fino ai giorni nostri, dobbiamo registrare altri eccidi: il popolo palestinese, i morti per mano delle mafie, i morti sul lavoro, i poveri della terra per mano dei potenti, i poveri sotto casa nostra (barboni e "negri"), eccetera. Perché nessuno si ricorda di loro, non sono anche loro uomini in carne e ossa?
Noi continuiamo a dedicarci alla giornata della memoria senza neppur prendere in considerazione che il ricordo dell’olocausto e degli olocausti assume significato se cambia la nostra concezione della vita, se la converte: commuoverci per l’eccidio degli ebrei, come è giusto che sia, e continuare a bruciare barboni o a giudicare il prossimo per il colore della pelle o per la quantità di denaro che possiede, è un’ipocrisia colpevole e delittuosa.
Il giorno della memoria non può essere solo un rito ma deve toccare profondamente le coscienze, deve diventare occasione per ricordarci di tutto il male che ciascuno di noi ha fatto e che continua a fare contro tutti, discriminando, limitando la libertà, umiliando per il colore della pelle, torturando o uccidendo. Il giorno della memoria deve servire per imporci il bene e la giustizia.
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giovedì 28 gennaio 2010
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"Le sofferenze che abbiamo patito non erano solo causate dal nemico, ma anche dall'indifferenza.
RispondiEliminaRicordate: il contrario dell'amore non è l'odio ma l'indifferenza, il contrario della vita non è la morte ma l'indifferenza"
Eli Wiesel ai bambini italiani
Sai perche' nessuno li ricorda i "tuoi" martiri? Semplice. Perche' la storia la fanno i vincitori e siccome gli USA hanno vinto, gli USA hanno creato Israele e quindi Israele ha vinto e percio' c'e' il giorno della memoria. Come in un film: colui che vince alla fine e' l'erore. Non c'e' ancora un lieto fine per i Palestinesi; nessuno ha creato uno stato per gli zingari o i comunisti; nessuno ci ha fatto un film a Hollywood (questione di soldi!); la mafia vince, ha vinto (ci fanno pure i film!).
RispondiEliminaQuindi, nessuno li ricorda. Dobbiamo aspettare che salga sulla poltrona qualcosa di diverso per istituire altri tipi di giorni della memoria.
Caro JapiTa,
RispondiEliminase "aspettare" non ha un significato di passività o rassegnazione ma sottintende il lavorare già ora perché "salga sulla poltrona qualcosa di diverso" sono d'accordissimo con te pur avendo la coscienza che l'umano (e quindi anche la speranza) non sarà mai giusto e perfetto ma si può approssimare alla giustizia e alla perfezione.