sabato 23 gennaio 2010

IL CARDINALE E IL PRESIDENTE: È INIZIATA LA COMPRAVENDITA


Il cardinale Camillo Ruini può, ovviamente, incontrare chi vuole e ognuno di noi può, ovviamente, fantasticare come vuole sulle frequentazioni politiche del porporato.
Mi riferisco al recentissimo incontro tra Ruini, ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana ed ex vicario del Papa, e il presidente in carica del Consiglio Silvio Berlusconi accompagnato dal fido Gianni Letta, che di cose vaticane se ne intende e non poco.
Sono qui perché ho voluto rivedere Sua Eminenza dopo l’aggressione che ho subito” spiega subito monsieur le président e si giustifica “Siamo stati ospiti suoi, di una persona cui ci lega da lunga data un sentimento di amicizia e di forte stima. Non c’entra niente la politica”.
Da parte di Sua Eminenza nessun commento: a un uomo di chiesa non si addice la pubblica menzogna, è meglio il silenzio.
Certo, al Camillo vaticano il papiminchia non è mai dispiaciuto sebbene abbia ricevuto qualche doloroso schiaffo sia diretto che di sponda; qualche esempio?
A ridosso delle ultime elezioni politiche del 2008, il “cardinal sottile” chiede all’amico Silvio, attraverso Dino Boffo, invitato al TG1, di non escludere dalla sua coalizione il suo figlio prediletto Pier Ferdinando Casini e l’UDC in quanto “partito che fa direttamente riferimento alla dottrina sociale cristiana” (qui eminens fa mentire il suo direttore di Avvenire) e quindi capace di raccogliere il voto cattolico; risultato: l’UDC non è andato al governo assieme a PDL e Lega.

Lo stesso Boffo, uomo di fiducia e “figlio adottivo” di Ruini, viene vigliaccamente impallinato dall’innominabile (poiché non riesco a trovare un termine sufficientemente dispregiativo) direttore del giornale di Berlusconi facendo così un favore agli avversari curiali del nostro cardinale.
Nonostante ciò “ci lega da lunga data un sentimento di amicizia e di forte stima”. Sì, il potere è potere e tutto può e deve essere a esso sacrificato, anche la dignità.
Ma ritorniamo all’incontro tra i due potenti. Voi credete che sia stata una visita di carattere personale? Forse no.
Ma a me viene in mente che sul tappeto ci sono molte questioni sulle quali c’è necessità di soluzioni concordate in vista delle prossime votazioni per i rappresentanti regionali.
Eccone alcune: l’accordo PDL-UDC per garantire il successo elettorale di Renata Polverini contro la radicale Emma Bonino; l’alleggerimento della pressione della Lega nei confronti di Casini, l’imminente ri-attenzione della politica alle questioni riguardanti le unioni di fatto e il testamento biologico; il finanziamento della sanità privata; eccetera.
Un incontro “personale” lo è se resta tale ma se viene pubblicizzato (come sapientemente è stato fatto) assume un carattere di precisa indicazione politica. Al porporato non fa impressione, pur di arrivare allo scopo, affidare il suo (?) popolo a un personaggio che sfugge a ogni regola etica, che è inquisito per questioni infamanti, che usa il parlamento per non farsi giudicare dai tribunali, che con la sua politica ha portato parte del paese alla xenofobia, che ha messo il suo interesse personale al primo posto delle sue preoccupazioni.
È iniziata la campagna elettorale e la svendita dei voti cattolici.



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