venerdì 8 gennaio 2010

IL MIRACOLATO DECIDE E BERSANI SOMMESSAMENTE RIBADISCE

È apparso. Non in terra patria, ma è apparso.

Tutti a guardare le fotografie per vedere le piaghe inflittegli dall’odio che ha armato la mano di uno psicolabile. Ma il premier Silvio Berlusconi non per niente è stato chiamato, dai suoi, il miracolato: nessuna piaga visibile, nemmeno una crosticina. Davanti all’edicola, di fronte alla fotografia del nostro, ho visto una signora che si faceva il segno di croce come davanti a un’immagine sacra; è vero, ai buoni tutto può accadere, come al cieco nato che riacquista la vista o al paralitico che torna a camminare o a Lazzaro che resuscita (forse quest’ultimo esempio è un po’ eccessivo, ma non si sa mai con i tempi che corrono).
Ma il buono, il papibuono da un mese circa contrapposto al papiminchia, non solo è tale ma è anche eroico: nonostante tutto il dolore, sia fisico che morale (come è stato possibile che un suo suddito lo abbia ferito? ancora non se ne capacita), ha continuato a pensare al popolo italiano e, in queste settimane di astinenza da video (ma la sua voce ha continuato ad aleggiare nell’etere), ha potuto predisporre il suo piano delle riforme che già dalle prossime settimane sarà presentato in parlamento.
Tutto questo nasce dal dialogo, così tanto evocato in questi giorni, ovviamente non con ciò che resta dell’opposizione ma con il fido e inconcludente Nicolò Ghedini e il suo ministro ad personam Angelino Alfano.

Però Pierluigi Bersani, con un guizzo imprevedibile (hai visto che esiste ancora?) afferma: “Ribadisco con tutta la nettezza e forza possibile che siamo disponibili e intenzionati a una discussione immediata sulle riforme istituzionali. Ci sono le condizioni da domani senza aspettare le elezioni regionali, ma se la destra invade il Parlamento con uno tsunami di iniziative per mettere a riparo il Premier se ne prenda la responsabilità”.
Di fronte a questa ferma (e tendente all'odio) dichiarazione, m’immagino il presidente del consiglio che, tremante di paura, si cala le braghe e, con il capo cosparso di cenere, implora il perdono dell’opposizione tutta.
Siamo realisti. A Berlusconi, che di odio se ne intende molto, interessa solo la riforma della giustizia per non andare ai processi, di tutto il resto non sa che farsene, né della riforma della scuola né tantomeno della riforma del fisco che, se va nella stessa direzione dello scudo fiscale, sarà certamente pro infami.
Non resta che sperare che Bersani convochi il suo popolo (se ne ha ancora) nelle piazze, con le bandiere affinché si veda e inizi a parlare dei veri problemi della gente: il lavoro che manca, la miseria che avanza, le tasse che ci dissanguano, il costo dei trasporti che aumenta, eccetera. Chiami il suo popolo per decidere le candidature regionali senza vili e inspiegabili inciuci con Pier Ferdinando Casini che, lui sì coerentemente, sta sia a destra che a sinistra, ma solo con chi gli può dare una fetta di potere.



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