È una di quelle notizie che non fa notizia e che, quindi, non viene pubblicata in Italia pur riguardante direttamente il nostro paese. Io l’ho appresa dal quotidiano spagnolo El País, poi ho trovato in rete qualche conferma, specie da fonte radicale, ma poca cosa. Eppure è una notizia che non ci può lasciare sereni.
Parliamo della trentasettenne italo-somala Shukri Said, portavoce dell’Associazione Migrare che dal primo gennaio è in sciopero della fame assieme a trecento immigrati che chiedono nientemeno che sia rispettata la vigente legge Bossi-Fini in merito alla concessione e al rinnovo dei permessi di soggiorno per gli immigrati. Quindi tutto secondo la legge, la quale prevede che i permessi siano rinnovati entro 20 giorni dalla scadenza mentre, oggi, la burocrazia italiana ci impiega dai sette ai tredici mesi con conseguenze pesantissime per gli immigrati che cercano lavoro.
La denuncia è seria e giustificata, Shukri Said spiega che “si tratta di una burocrazia xenofoba e criminale perché durante il periodo nel quale lo stato ritarda nel concedere il rinnovo del permesso sono sospesi i diritti basilari degli immigrati. Non possono viaggiare, né lavorare legalmente, e in caso di necessità gli ospedali non li accudiscono”.
Gli attivisti di Migrare, dal canto loro precisano: “il clima di razzismo istituzionale fomentato dalla Lega Nord ha aumentato la sfiducia e la paura della popolazione italiana nei confronti dello straniero, così che la cartolina che gli immigrati ricevono in attesa della concessione del permesso è soltanto carta straccia. Nessuno si fida ... È un modo per gridare al mondo la rabbia e la disperazione che l’Italia sta provocando agli immigrati che cercano di mettersi nella legalità. La consegna del governo sembra consistere nel criminalizzare ed emarginare sempre più i lavoratori stranieri, impedendo il loro ingresso nella società civile. E per ottenere ciò lo stesso governo non esita a porsi al di fuori delle sue stesse leggi”.
Ora, dopo 20 giorni di digiuno, il suo stato di salute è preoccupante come conferma il medico che la sta curando presso la clinica romana Madonna della Fiducia dove è stata ricoverata, ma Said non desiste dal denunciare la mancata applicazione della legge da parte del governo italiano: si è appellata al sassofonista e ministro dell’interno Roberto Maroni che, essendo responsabile di questa situazione disumana, ha fatto orecchie da mercante (niente di nuovo quando si tratta di extra-celtici); ora si appella al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, impegnato nella santificazione di Craxi, e all’Unione Europea il cui presidente di turno è lo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero “perché l’Europa faccia pressioni sulle autorità italiane perché rispettino i diritti civili e le leggi stesse del loro stato”.
A che punto siamo arrivati! Renato Brunetta, dove sei? smettila di zampettare qua e là, prova a fare finalmente una cosa seria: se ti ritieni all’altezza (si fa per dire) del tuo compito, metti mano a questa infame burocrazia invece di sparare cazzate sui diciottenni.
Voi che dite? Shukri Said ce la farà a ottenere il rispetto della legge? qualcuno oltre ai radicali la aiuterà? e noi cosa possiamo fare?
Intanto diffondiamo la notizia.
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mercoledì 20 gennaio 2010
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