giovedì 4 febbraio 2010

SILVIO VA ALLA GUERRA. A GAZA BEN FATTO!

Ora abbiamo papimichia anche in versione guerriero.
Proprio così, adesso l’Iran deve tremare poiché Silvio Berlusconi, quello dei tacchi rialzati per apparire più alto e delle corna goliardiche in una fotografia ufficiale con altri capi di stato, ha detto, durante la firma degli accordi bilaterali tra Italia e Israele, che: “Il problema della sicurezza è fondamentale per Israele. Ora ancora di più perché c’è uno Stato che prepara l’atomica per usarla contro qualcuno. È uno Stato che ha una guida che ricorda personaggi nefasti del passato”.
Sui “personaggi nefasti del passato” lui è molto competente.
Solo alcune brevissime considerazioni riguardanti coloro che hanno dovuto ascoltare questo proclama.
BENJAMIN NETANYAHU. È fuori dubbio che, finalmente, le parole del nostro alfiere della libertà (dei vincitori e dei potenti, ovviamente) hanno dato soluzione ai problemi di Israele, avevano bisogno di un duro della politica internazionale per portare pace e serenità. Altro che quelle pappe-molli dei Bush, padre e figlio, di Tony Blair prima e di Gordon Brown ora e di Barack Obama che hanno dimostrato di non avere adeguati attributi e di contare nulla sulla scena internazionale.
MAHMOUD AHMADINEJAD. Ha acquistato, dopo il discorso di Berlusca, uno stock completo di pannoloni e ha giurato che d’ora in poi farà il bravo e ha chiesto scusa se ha dovuto precisare che il presidente del Consiglio italiano ha raccontato agli israeliani, come è solito fare con gli italiani, una grossa bugia in merito all’ENI: questa “insignificante” impresa italiana se ne fa un baffo delle pruderie guerriere del sopramenzionato e continua a fare affari in Iran.
BARACK OBAMA. È sbiancato ed è in un mare di lacrime: ha perso la leadership internazionale non sarà più lui il più grande poliziotto del mondo; Golia è stato umiliato dal nano Davide.
IL POPOLO ITALIANO. Per un attimo ha preso sul serio le dure parole di Silvio ma poi ha pensato a quante minchiate sono uscite da quella bocca, quante cose dette e immediatamente contraddette, quante meraviglie espresse solo per la scena, e a quanti paesi ha già detto che il suo più grande sogno è annoverarli come membri dell’Unione Europea. Questo, per inciso, sta a dimostrare che non si deve togliere la geografia dal curriculum scolastico, il nostro condottiero non sa che Israele, come la Turchia, non è Europa.

Se ho giocato con le parole, perdonatemi, l’ho fatto per non piangere dal dolore di essere rappresentato da un individuo che si permette di affermare, parlando alla Knesset, il parlamento israeliano, della “giusta” reazione scatenata da Israele a Gaza durante la quale furono uccisi più di 1400 palestinesi.
Non solo è un irresponsabile ma approva e avvalla una carneficina.
Che dio lo maledica. E con lui anche i suoi sette nani, degni e silenti accompagnatori, nonché ministri:
1. sviluppo economico: Claudio Scajola;
2. infrastrutture: Altero Matteoli;
3. esteri: Franco Frattini;
4. politiche UE: Andrea Ronchi;
5. welfare: Maurizio Sacconi;
6. salute: Ferruccio Fazio;
7. ambiente: Stefania Prestigiacomo.
Magari fosse la favola dei fratelli Grimm: Biancaneve e i sette nani; manca Biancaneve e al suo posto c’è la sua matrigna.



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