Povera Repubblica italiana. La Corte dei Conti per bocca del suo procuratore generale Mario Ristuccia e del suo presidente Tullio Lazzaro ci hanno gelato il sangue con le loro denunce in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario dei magistrati contabili: nel paese dell’amore, della felicità e dell’ottimismo, nel periodo gennaio-novembre 2009, c’è stato un incremento di denunce per corruzione pari al 229 per cento e per concussione (estorsioni commesse da pubblici ufficiali) pari al 153 per cento; a questo si aggiungano 1714 denunce per reati di abuso d’ufficio.
A parziale giustificazione dei dati, i due magistrati contabili, non ancora additati come schifosi comunisti dal solito papiminchia, non hanno lesinato esempi e commenti che vi riporto, solo alcuni per ragioni di brevità, per vostro “conforto” e per vostro commento.
• “La corruzione dilaga nella pubblica amministrazione” … grave la mancanza di ‘anticorpi’ nella pubblica amministrazione contro le condotte illecite individuali che causano “offuscamento dell’immagine dello Stato” e “flessione della fiducia che la collettività ripone nelle amministrazioni e nelle stesse istituzioni del Paese”.
• “Se le pervicaci resistenze che questa patologia sembra opporre a qualsiasi intervento volto ad assicurare la trasparenza e l'integrità nelle amministrazioni possono dirsi essere una sorta di 'ombra' o di 'nebbia' che sovrasta e avvolge il tessuto più vitale operoso del Paese, non si può fare a meno di notare che l'oscuramento resta tuttora grave, non accenna neppure a dissolversi o a flettere nella sua intensità”.
• In merito alla Protezione Civile le parole sono chiare: “Ci dovrebbe essere un controllo reale non solo politico” e inoltre “non c'è un controllo della Corte sulle ordinanze della Protezione Civile. La Corte può fare accertamenti sulla gestione, ma il nostro controllo reale su quelle ordinanze, per legge è escluso”.
• La questione del G8 della Maddalena, assieme a tantissime altre, viene tirata in ballo con la denuncia che aumenta il fenomeno delle opere pubbliche “progettate e non appaltate, ovvero non completate o inutilizzabili per scorretta esecuzione … Le cause di questo fenomeno, che determina un ingente spreco di risorse pubbliche, sono molteplici e da annoverare nella carenza di programmazione, eccessiva frammentazione dei centri decisionali, complessità delle procedure di progettazione, dilatazione dei tempi di esecuzione imputabili alle imprese committenti e alle amministrazioni aggiudicatrici, carenti per inadeguatezze nei controlli tecnici e amministrativi”.
• I magistrati individuano una delle cause di tale allarme nella “dolosa alterazione di procedure contrattuali, i trattamenti preferenziali nel settore degli appalti d'opera, la collusione con le ditte fornitrici, la illecita aggiudicazione, la irregolare esecuzione o l'intenzionale alterazione della regolare esecuzione di appalti di opere, forniture e servizi”.
• La corruzione “è diventata un fenomeno di costume… una patologia grave”.
Tutto questo mi richiama alla mente i fattacci degli inizi degli anni novanta, la deflagrazione di tangentopoli, iniziata in sordina con le manette all’amministratore di un ente pubblico di Milano per arrivare poi alla scomparsa politica di molti partiti e di molti politici “mariuoli” (il beatificato e da molti amato Bettino Craxi fa parte di questa schiera).
Tangentopoli, che pensavamo morta per sempre, è tornata e, come allora, inizia in sordina: l’arresto dell’assessore milanese del PDL Pier Gianni Prosperini per corruzione e turbativa d’asta, per continuare con il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Barducci, il pubblico ufficiale della struttura di missione per il G8 della Maddalena Mauro Della Giovanpaola e il pubblico ufficiale presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della presidenza del consiglio Fabio De Santis. Ovviamente occorre aggiungere alla lista anche il superman Guido Bertolaso.
E siamo solo agli inizi, se si dà corso alle denunce della Corte dei Conti ne vedremo, purtroppo, delle belle.
Un giudizio su tutto questo mi pare tanto facile quanto doloroso. Se la corruzione “è diventata un fenomeno di costume”, chi ha introdotto questo fenomeno?
Una politica spregiudicata, fatta d’immagini e non di sostanza, di bugie e non di realtà, attenta all’interesse particolare dei pochi e non al bene comune, che discrimina in base alla lingua e al colore della pelle, che favorisce chi già ha e demonizza chi non ha più o non ha mai avuto, che usa il letto come merce di scambio, che innalza a sistema la trasgressione della legge da parte di chi detiene il potere, che non vuole farsi giudicare per gli evidenti e anche proclamati reati commessi, che delegittima la magistratura e che è convinta di avere diritto all’impunità. Tutto questo ha un nome e cognome: Silvio Berlusconi (grande amico di Craxi, è un caso?). Aiutato dai suoi fedeli barbari che non bivaccano solo nel centrodestra.
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giovedì 18 febbraio 2010
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