lunedì 31 maggio 2010

L’ARROGANZA BERLUSCONIANA ENTRA IN CHIESA

Non mi era ancora capitato di ricevere una lettera che testimoniasse un disagio tanto semplice quanto sincero come quella che voglio, di seguito, condividere con voi. È una storia che, alla fine, non fa danni visibili ma che, certamente non fa bene al cuore, specie se il protagonista negativo è nientemeno che un vescovo.
Non allarmatevi, non si tratta di pedofilia, si tratta di arroganza, semplice arroganza. Ma come, direte voi, com’è possibile che ci sia un vescovo arrogante? Leggere e giudicate voi. Io, da parte mia, condivido totalmente la considerazione finale della mia lettrice, mentre condivido meno l’atteggiamento dei musicisti e degli organizzatori che mi pare, da quanto leggo, sia stato troppo morbido: come si permette quest’uomo, anche se vescovo, di aggredirmi verbalmente? In base a quale potere? Ma, grazie a dio, io non faccio testo.


Caro Bogar,
sono una tua lettrice fin da quando hai iniziato a scrivere e so perfettamente che tu tratti quasi esclusivamente temi politici e sociali e che Silvio Berlusconi, che tu chiami sbeffeggiandolo papiminchia, è il tuo bersaglio preferito. Voglio, tuttavia, raccontarti un fatto che nulla ha a che fare con la politica governativa ma che dimostra quanto dell’arroganza berlusconiana sia ormai intrisa la nostra società e, in questo caso, la chiesa nei suoi massimi vertici locali.
Lo scenario è Reggio Emilia, la città in cui vivo con la mia famiglia (un marito e due angeli di bambini), l’occasione è un avvenimento culturale pubblico, l’Arca d’Oro, che si ripete da ventotto anni, che vede coinvolti sia i bambini delle scuole, dalla materna alle medie, che i loro familiari: nel pomeriggio si esibiscono i bambini e i ragazzi e la sera si intrattengono bambini e genitori con musica dal vivo. Una festa semplice e sempre molto partecipata nella piazza principale della città che ha come scenario, veramente suggestivo, su un lato il Duomo e su un altro il Municipio (il luogo dove è nata la bandiera italiana).
Veniamo al fatto al quale ho assistito casualmente sabato scorso e che mi ha lasciato alquanto perplessa.
Il complesso musicale, che si era esibito nella piazza, termina verso le ore 23 il suo concerto salutando e ringraziando i presenti. Nello stesso momento piombano dietro il palco due persone che, visibilmente fuori di sé e aggrappate alle transenne, inveiscono contro i musicisti e contro gli organizzatori della manifestazione chiedendo di terminare di fare rumore (musica = rumore?) e minacciando di far intervenire la polizia. In un primo tempo, io e mio marito abbiamo pensato a un duo di ubriachi ma poi ci siamo resi conto che chi gesticolava e dava manifesti segni di collera era il nostro vescovo Adriano Caprioli assieme a un altro sacerdote che non conosco.
Ovviamente, la reazione dei musicisti e degli organizzatori è stata rispettosa nei confronti del vescovo della città, ma ferma nel dire che la festa aveva tutti i permessi necessari come confermavano le autorizzazioni comunali e che l’ora di chiusura della manifestazione era stata concordata con le autorità competenti e, quindi, si era perfettamente in regola. A quel punto il vescovo e il suo accompagnatore si allontanano visibilmente paonazzi e contrariati e non perdono l’occasione di inveire contro due poveri vigili urbani lì per servizio.
Questo è il fatto e ora una considerazione. In quale paese un vescovo, una persona che ricopre una carica importantissima nella chiesa e nella società, si permette di bacchettare, pubblicamente e con una violenza verbale impensabile, cittadini che si ritrovano e vivono un momento di festa, bambini e adulti assieme, cittadini ai quali l’autorità civile ha concesso tutti i permessi necessari. Non so se l’arroganza dimostrata da questo “pastore” della chiesa sia contemplata in qualche comandamento (oltre ai dieci che io conosco) certo è che questa intromissione ringhiosa non ha fatto bene a chi ha assistito alla pietosa scena e lo dice una mamma cattolica, apostolica e romana.
Anna ********




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8 commenti:

  1. Se continui ad essere ancora cattolica apostolica romana cuol dire che l' esperienza non ti ha insegnato niente !

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  2. Mi verrebbe da perdere la fede se non pensassi che costui è solo un povere uomo, un povero pirla, uno che non conosce neppure i dieci comandamenti, un povero ignorante che crede che il suo prossimo sia solo il suo segretario...ai posteri l'ardua sentenza...

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  3. Da genitore come posso insegnare ai miei figli che Cristo è venuto per amarci, se questo è l'esempio dei ministri della Chiesa??

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  4. Non conosco il Vescovo di Reggio Emilia, anzi...non lo conoscevo!

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  5. Questi sono quelli che prendono lo stipendio con la nostra firma sulla denuncia dei redditi "Chiesa Cattolica"??!!

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  6. Meglio un giorno da leoni che una vita da pecore

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  7. A volte mi vergogno di essere cattolico. Questi cardinali e qualche vescovo sono così lontani dal vero cristianesimo che orrorrerà ripensare alla loro autorità.(autoconferitasi) Del mio stesso parere è il mio parroco,che la vita la conosce e che durante le prediche non nasconde il suo "malumore" verso queste gerarchie insipienti e dannose.Non hanno imparato nulla dal Cristo! Fanno vite da nababbi. Solo qualche parroco è vicino alla povera gente. Non meritano l'8 per mille!

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  8. Io però, sinceramente, non mi sento così sorpresa da questo fatto.
    E' un ometto come un altro (lo so, ok, ok, dovrebbe dare l'esempio -ma a chi però? A me no di certo!-).

    Politici, alti funzionari, vescovi: così va l'Italia.

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