Al popolo rincoglionito, quello che, per intenderci, si affida anche e ancora agli sproloqui del prono Augusto Minzolini (non avendone a sufficienza delle cazzate governative) si può dire tutto e il contrario di tutto, senza che entri in azione la materia grigia. Altrimenti non si spiega l’apatia generale nei confronti delle varie leggi approvate o in discussione e tra queste quella che riguarda l’intercettazione (venduta come difesa della privacy anziché battezzarla come regalia cosciente a mafie, frodatori, pedofili, assassini, contrabbandieri, corrieri della droga e associati a tutte le schifezze di questo mondo) o la manovra anticrisi che ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Proprio così, immaginatevi il mandrillone arrapato, che sbava alla vista della crocerossina, che tra una ormai solitaria performance e l’altra (diamogli un po’ di bromuro, si sta rovinando con le sue mani!) ci urla nelle orecchie che “non metterò le mani nelle tasche degli italiani” senza però specificare dove ci metterà il dito medio della mano sinistra.
Siamo così rincoglioniti che non ci accorgiamo che la manovra economica, il ladrocinio di stato, altro non è che l’alleggerimento o, meglio, l’indiscriminata razzia nel portafoglio dei soliti noti, quelli a reddito fisso, gli operai, gli impiegati e i pensionati mentre loro, gli scorfani della morale, quelli che stanno sempre nella stanza dei bottoni, se la ridono di gusto.
Questi arraffatori immorali, alla catena dell’amato Silvio Berlusconi, i vari ministri viceministri e sottosegretari (tanto per citarne alcuni, Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi, Renato Brunetta, Angelino Alfano, Gianni Letta) usano degli eufemismi per imbrogliare sempre più la gente: non si parla più di tasse ma di finanziaria “etica”, come non si dice più spazzino ma operatore ecologico. L’inganno e l’ipocrisia sistematica come nuova moralità.
Non aumentano le tasse? Secondo voi tagliare i fondi agli enti locali cos’è se non un camuffato, e ad altri delegato, aumento di tasse? I comuni, per garantirti i servizi primari alla persona avranno due possibilità: o aumentare le imposte locali (sempre tasse sono) o abbassare il livello della qualità della vita delle famiglie applicando, per esempio, tagli al servizio prescolastico o all’assistenza agli anziani.
Oppure, permettere che aumentino i costi della benzina, dell’acqua, dei trasporti, dei pedaggi autostradali, delle assicurazioni, della raccolta dei rifiuti a tutto vantaggio dell’erario (più permetti o addirittura auspichi i rincari e più lo stato incassa) e dei grandi monopolisti non è aumentare indirettamente le tasse alle famiglie che non possono fare a meno di benzina, acqua, viaggi, e assicurazioni?
L’ipocrisia del potere politico non ha freni e i portafogli dei parlamentari, dei politici e dei loro portaborse non si toccano realmente nonostante i proclami: il loro contributo alla crisi non pare, a loro stessi, necessario; anzi, la manovra, per esempio, non permette e non prevede tagli né a Palazzo Chigi (sede del papiminchia) né alla Protezione Civile (la cassaforte inespugnabile e incontrollabile della presidenza del Consiglio): c’è chi muore e c’è chi gode.
Un tempo avevamo i sindacati che ci difendevano.
Oggi abbiamo due possibilità, suggerite entrambe dal grande Massimo Troisi: la prima “non ci resta che piangere” e la seconda “ricomincio da tre”. Io scelgo la seconda e così il dito medio della mano sinistra ritorna, com’è naturale, all’orifizio del mandrillone voglioso.
Sottoscrivi la tua e-mail nel blog di BOGAR (http://bogar-sicilmex.blogspot.com/) riceverai tutti gli aggiornamenti
lunedì 7 giugno 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento