martedì 2 marzo 2010

GLI INVISIBILI DEL PRIMO MARZO 2010

In sessanta città italiane gli invisibili sono diventati visibilissimi. Cortei e feste, slogan e volantini, canti e striscioni e su tutti il colore giallo scelto per identificarsi. Molta gente degli invisibili: neri, meticci, gialli; africani, asiatici, mediorientali, latinoamericani; cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, induisti, taoisti, scintoisti, atei, gnostici; poveri e meno poveri, barboni, zingari. Anche tanti italiani.
Tutti con una sola certezza in testa: l’uomo, chiunque sia, è degno di rispetto, è degno di libertà, è degno di parola, è degno di starti accanto, è degno di lavorare. È uguale a te e tu non puoi renderlo invisibile, per nessun motivo.
L’onda gialla del primo marzo ha lanciato un pacato, composto ma fermo monito ai forcaioli di professione, ai leghisti per egoismo e interesse, ai sedicenti popolo della libertà e ai loro alleati cattofasciorazzisti e formigoniani: ci siamo anche noi e anche noi contribuiamo al benessere della nazione con la forza delle nostre braccia e della nostra testa; vogliamo stare in Italia e sentirci a casa nostra.
Mi sembra una bella sfida di civiltà che richiede una chiara risposta di civiltà. Mettiamoci all’opera.

Vi avevo a suo tempo consigliato, con un post dal titolo “L’IDEA DI DEMOCRAZIA” (che potete rileggere qui), di tener d’occhio il sito dell’associazione PanePaceLavoro e non ho sbagliato: ha aderito all’iniziativa del “Primo marzo 2010 – 24 ore senza di noi” e ha diffuso un volantino che, mi pare, centri la questione. Ve lo propongo.

L'ETERNO SELVAGGIO
Aderiamo all’iniziativa "Primo marzo 2010 – Una giornata senza di noi"

Rosarno, Coccaglio (il Bianco Natale), Milano, Montichiari (si vorrebbe negare la residenza non solo ai clandestini ma anche a chi ha contratti a tempo determinato) e chissà quanti altri luoghi coperti da mille complicità, sono una denuncia all’intera classe politica e a tutti i cittadini italiani.
Vogliono creare tra noi l’immagine di un cattivo selvaggio, una specie di nuovo barbaro che sta invadendo e intossicando l’Occidente innocente e disarmato.
E’ il pretesto per stigmatizzare i più poveri: coloro che fuggono dalla loro terra di miseria, dalla guerra, lo straniero, l’appartenente a una minoranza etnica o religiosa.
Nella nostra società, necessariamente, le diverse identità si incontrano. Nelle scuole, nelle fabbriche, nei cantieri, nelle case dove vivono anziani o bambini, nei campi, nelle imprese di ogni tipo, perfino negli ospedali assillati dalla mancanza di organici.
Il multiculturalismo, per non diventare ingiustizia e discriminazione razziale deve essere possibilità di dialogo a tutti i livelli e in tutte le condizioni.
Esiste un legame sotterraneo tra criminalità, Stati, poteri politici e grandi capitali. Nuove mafie e potenti lobbies internazionali, accanto a politici senza scrupoli né coscienza del loro compito, manovrano borse, riciclano denaro, commerciano armi e nuovi schiavi. Si tratta di organizzazioni criminali che usano l’ufficialità legalizzata del mercato e un sistema legislativo, anche locale, lontano dal Bene Comune.
Ogni circostanza della vita umana (il lavoro, la religione, i costumi, la salute..) sono buone per dividere gli uomini, distruggerli nell’identità, impedirne il dialogo e la comprensione reciproca, ucciderli nella difesa di tale pervicace ingiustizia.
Pane Pace Lavoro denuncia, anche in questa circostanza elettorale, il diffondersi colpevole di tale inciviltà, condanna quanti la difendono e se ne fanno paladini ed esprime l’impegno civile, con chi vorrà condividerlo, a far sì che l’incontro tra gli uomini sia possibilità e non negazione, speranza e non disperazione, servizievolità e non oppressione.
Partecipa anche tu, esprimi e rompi il silenzio, fatti portatore nel luogo di lavoro, nelle scuole, nelle università, nei quartieri e nelle parrocchie, di iniziative positive di unità tra le persone, valorizzando e sostenendo, come una ricchezza, le diversità.




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