Se il quotidiano “Il Fatto” ci riferisce di telefonate intercettate nelle quali emerge in modo evidente un comportamento delinquenziale (anche se probabilmente senza rilevanza penale) del primo ministro italiano Silvio Berlusconi (la quarta carica dello stato) e di due suoi lacchè che occupano posti di primo piano nella cerchia di coloro che, per il mestiere che fanno e per i soldi che prendono, dovrebbero essere i paladini della libertà e della democrazia, immagino che non se lo sia inventato.
Tanto per conoscere i personaggi di cui parliamo, a parte l’autocrate Silvio, che già conosciamo per le sue malefatte e che subiamo perché ci mancano ancora i “liberatori” (speriamo nelle elezioni regionali), i co-protagonisti sono il mefitico Augusto Minzolini (per gli amici intimi, Minchiolini), direttore del TG1 della Rai noto, appunto, per i suoi minchia-sproloqui televisivi arcoreguidati e nientemeno che Giancarlo Innocenzi, commissario dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ed ex deputato PDL.
Sempre secondo “Il Fatto”, il presidente del Consiglio non ne può più dei vari Michele Santoro, Giovanni Floris, Serena Dandini (e tutti gli altri che non cito per questioni di spazio e di tempo) che non la smettono di coinvolgerlo, povero martire, nel processo Mills e nella trattativa Stato-Cosa Nostra e continuano a dare spazio a Ezio Mauro, direttore di Repubblica o a Eugenio Scalfari oltre che a Marco Travaglio. Cosa fa? Prende il telefono, cribbio, cerca Innocenzi e gli intima di trovare il modo, come Agcom, di chiudere quegli indecenti pollai di “Annozero” e “Ballarò”. Al nostro indipendentissimo lacchè, esaltato per la telefonata del capo, non par vero, come ci dice sempre il quotidiano menzionato, di mostrare i suoi muscoli cerebrali (si fa per dire, ovviamente) e propone esposti contro Santoro da far firmare a qualche vicelacché e garantisce un intervento come dio comanda sul direttore del TG1. Un organo dello Stato, qual è l’Agcom, si mette al servizio di un politico (in questo caso non è l’istituzione presidente del Consiglio) e lo asseconda in un atto oltre che arrogante anche anticostituzionale e antidemocratico, cioè criminale.
La cosa non si ferma qui. Sempre il papi, alza ancora la cornetta e chiama l’altro campione di democrazia e di libertà il “direttorissimo” (così sembra che lo chiami nell’intimità) Minchiolini il quale non se lo fa dire due volte: da direttore previdente ha già pronti degli “speciali” da mandare in onda sulla rete ammiraglia della Rai e bombardare così le postazioni del nemico comunista.
Ho riassunto, in poche parole e a modo mio, quanto denunciato dal quotidiano e faccio mio il giudizio finale dell’articolo “Così Berlusconi ordinò: Chiudete Annozero”:
“Le parole di Berlusconi che, mentre è capo del Governo e capo di Mediaset, parla da capo anche a chi non dovrebbe, Giancarlo Innocenzi, dimostrano che viene meno la separazione tra i due poteri. Altrettanto si può dire delle parole deferenti di Innocenzi che anziché declinare gli inviti esibisce telefonicamente la propria obbedienza e rassicura Berlusconi … La notizia più interessante, però, è un’altra: il ‘regime’ è stato trascritto. In migliaia di pagine. Trasuda dai brogliacci delle intercettazioni telefoniche. Parla le parole del “presidente”. Il territorio di conquista è la Rai: il conflitto d’interesse del premier Silvio Berlusconi – grazie a questi atti d’indagine - è oggi un fatto ‘provato’. Non è più discutibile.”.
Le dimissioni dei tre dovrebbero essere il primo atto di giustizia. Specialmente per il grande capo al quale ricordo le sue stesse parole apparse sul Corriere della Sera del 2 aprile 2008: “Se vengo ancora intercettato ed escono le registrazioni, lascio l’Italia”.
Sei stato intercettato in un’inchiesta della Procura di Trani (anch’essi note carogne comuniste!) e le intercettazioni sono uscite sulla stampa: cosa aspetti a mostrare la tua coerenza? Vattene, lasciaci marcire nei nostri escrementi: ci sembrerà di rinascere.
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sabato 13 marzo 2010
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