Più ci penso e più l’irritazione monta. Devo riparlarne, scusatemi.
Non c’è una ragionevole motivazione perché il capo dello Stato abbia firmato il delinquenziale decreto-legge-salva-lista-PDL-alla-faccia-della-legge. Persino il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi insorge, con una grinta inedita, e bacchetta sulle dita (doveva bacchettare un po’ più in basso) il presidente in carica Giorgio Napolitano definendo il suo via libera alla porcata istituzionale “un aberrante episodio di torsione del sistema democratico”. Che, tradotto, vuol dire: caro presidente, da garante della Carta costituzionale ti sei volontariamente trasformato in garante della carta igienica (morbida da una parte e morbidissima dall’altra). Il decreto, infatti, è errato per almeno due motivi. Il primo: con il decreto il governo interviene su una materia di competenza delle Regioni e questo la Costituzione non lo permette; il secondo: la legge è uguale per tutti anche per quel bugiardo di Silvio Berlusconi che, con una faccia di bronzo mai vista in tutta la storia d’Italia, e anche la preistoria, non si assume direttamente la colpa del pasticciaccio delle liste romane e milanesi ma, da buon infame quale egli è, cerca di attribuire ad altri il fallo (cosa avete capito, nel senso di errore?).
La soluzione giusta, democratica, costituzionale e secondo la legge, sarebbe stata quella di andare alle elezioni con quei partiti che hanno ottemperato in maniera giusta alle regole che la legge elettorale impone da sempre. Punto e basta. Niente leggi ad personam o ad “listam”. Chi ha sbagliato vada a lezioni private e ripeta l’anno (se questa regola viene applicata ai nostri figli, perché non dovrebbe essere applicata anche a quelle teste di legno – mi sono autocensurato - che, pur pagati con denaro pubblico, non sono capaci di mettere assieme quattro fogli e quattro firme?).
Ma se proprio si fosse voluto fare i buoni nei confronti del plurinquisito papiminchia, dell’ex sindacalista nostalgica Renata Polverini e del reuccio filo-becero-leghista e ciellino Roberto Formigoni, forse una soluzione condivisa (da tutti, ovviamente) e non costituzionalmente pasticciata la si poteva trovare: per esempio rinviando la consultazione elettorale, ma a condizione tassativa che il PDL riconoscesse, di fronte al Paese e al Parlamento, di aver commesso un grave errore e chiedesse pubblicamente scusa agli elettori.
Perché il pavido (con rispetto parlando) Napolitano non ha percorso questa strada e ha preferito dare l’avvallo alla violenza e all’arroganza di questo disgraziatissimo governo controfirmando un decreto incostituzionale?
Forse si giustifica facendo ricorso alla meschina tiritera della scelta del male minore: a voi sembra che massacrare le leggi e le regole della convivenza civile sia il male minore?
Il male minore, al punto in cui siamo (avete certamente seguito la recente conferenza stampa di Berlusconi e l’azione dello squadrista Ignazio La Russa) è rimuovere definitivamente il tiranno.
Ma forse il garante della Costituzione non può.
Perché non può?
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venerdì 12 marzo 2010
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