venerdì 25 giugno 2010

UN PAESE DALL’ENCEFALOGRAMMA PIATTO. NON BASTA UN MIRACOLO

Mi dispiace se la nazionale italiana ha fatto flop ai mondiali del Sudafrica, mi dispiace per l’allenatore, per i giocatori e per gli sportivi.
Per la verità, il mio dispiacere è un po’ di circostanza poiché io, di calcio, non solo non ne capisco nulla (non ricordo di aver mai visto un’intera partita) ma nemmeno mi appassiona: sarà un problema di DNA e non di mia colpa cosciente e, quindi, chiedo comprensione.
Ma lo spegnimento dei riflettori sulla tenzone calcistica, io spero riporti la nostra attenzione su un’altra tenzone, questa sì veramente drammatica, che riguarda non l’Italia sportiva ma quella politica, sociale ed economica. Proprio così, l’Italia, paese di santi poeti e navigatori, pare essere diventata il paese dall’encefalogramma piatto, dove la rassegnazione ha preso il posto della vitalità, dove la cultura pare essersi mutata in malattia esantematica.
Non voglio demoralizzarvi oltre misura e nemmeno istigarvi al suicidio, ma di disgrazie ne abbiamo in abbondanza, potremmo esportarle, o, per chi è pio, organizzare un viaggio a Lourdes.
• Abbiamo una percentuale di disoccupati, rilevato nel primo trimestre 2010, pari al 9,1% contro il 7,9% dello stesso periodo del 2009.
• La manovra finanziaria fa acqua da tutte le parti; i governatori delle regioni, i presidenti di provincia, i sindaci, per una volta tutti uniti senza eccezioni, schiaffeggiano politicamente e pesantemente sia il ministro Giulio Tremonti che il ducetto di Arcore Silvio Berlusconi: la manovra distrugge gli enti locali e lo stato sociale (persino il ciellino arraffa-tutto Roberto Formigoni, che deve tutto al papiminchia e al razzismo leghista, morde la mano ai suoi benefattori: che stia cambiando l’aria politica?).
• A Pomigliano d’Arco, la Fiat di Sergio Marchionne vince il referendum basato sul ricatto dei lavoratori, non lo stravince come avrebbe voluto ma incassa in premio la divisione dei lavoratori oltre che dei sindacati con il beneplacito del Ministro ex socialista Maurizio Sacconi che parla di accordo epocale (maledetto lui). Ma gli investimenti si faranno? Mistero.
• La sentenza di secondo grado, Corte d’Appello di Palermo, per Marcello dell’Utri: i giudici sono ancora, mentre scrivo, in camera di consiglio. Il loro verdetto ci dirà se il senatore, intimo amico e confidente e consulente politico del nostro immacolato premier, è colluso con la mafia, se mafia e politica hanno fatto affari comuni, se Silvio ha a che fare con cosa nostra. Mica male.
• Lo sciopero generale indetto per oggi dalla CGIL contro una manovra finanziaria che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
• Il nuovo inutile ministero al “legittimo impedimento” guidato da Aldo Brancher. Non ha fatto in tempo a essere nominato che l’infame invoca il legittimo impedimento per non presentarsi al processo per il tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi in calendario per sabato prossimo, processo che oltre a lui (appropriazione indebita) vede imputata anche sua moglie Luana Maniezzo (ricettazione). Una bella famigliola, non c’è che dire, e un ottimo ministro della repubblica.
• Non parliamo della scuola e della ministra Maria Stella Gelmini, ascoltate direttamente i direttori didattici, i professori, i maestri e gli studenti. Ciò che si dice, che fu sfiduciata per inoperosità da presidente del consiglio del comune di Desenzano del Garda, è storia passata; ora, disgraziatamente, è diventata operosa e ha distrutto la scuola.
• La ministra Michela Brambilla, detta l’autoreggente rossa, il fiore all’occhiello del movimentismo berlusconiano, crea il “Comitato per la creazione di un’Italia animal friendly” per un paese attenta ai diritti degli animali. Due osservazioni: questo è il momento che richiederebbe più attenzione ai diritti degli umani (cassaintegrati, licenziati, vessati dall’ingiustizia, eccetera); anziché creare un comitato (con i relativi costi di gestione e gettoni di presenza), col potere che ha, faccia una legge se ne è capace. Appunto, se ne è capace.
L’Aquila merita un post a parte. La denuncia del sindaco Massimo Cialente e le manifestazioni della popolazione sono così eloquenti che non capisco come i vari Guido Bertolaso restino nei posti di comando governativi. Dov’è la magistratura?
• Cosa ci sarà sotto le dimissioni di Lucio Stanca da amministratore delegato di Expo 2015 Spa? Non arrivano e non arriveranno i soldi? Che ruolo ha in tutto questo Comunione Liberazione con la sua Compagnia delle Opere? E la Lega nord che molto ha imparato da “Roma ladrona”?
• Il malaffare che impera in Italia coinvolge anche il Vaticano con un, fino ad ora, inedito “concordato degli affari” avente per capocomici da una parte l’ormai a tutti noto costruttore Diego Anemone e il Cardinale manager Crescenzo Sepe. Non provo solo vergogna ma rabbia. Vedremo gli sviluppi di questa meschina storia.
• Siamo ancora in ballo con il decreto sulle intercettazioni con il quale questo governo liberale vuole togliere la libertà di parola e d’informazione e, nel contempo, gratificare mafie e malaffare.

Senza continuare oltre, non vi pare che di disgrazie, noi italiani, ne abbiamo abbastanza? Non vi pare che vadano tutte ascritte a questo governo del malaffare? Non vi pare che sia ora di passare all’azione?
Ecco, forse nemmeno un viaggio a Lourdes con relativo miracolo è sufficiente: occorre la nostra azione. Aiutati che dio ti aiuta, dicevano i nostri vecchi, e avevano ragione.



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