Firmato: cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita, pedofili, truffatori, bari, corrotti, corruttori, razzisti, evasori, assassini, ladri, stupratori, borseggiatori, rapinatori, terroristi, spacciatori, estorsori, rapitori, magnacci, trafficanti di armi, trafficanti di organi, fascisti, falsari, diffamatori, falsi testimoni, ricattatori, sequestratori, rei di peculato, collusi e criminali in genere.

È fascismo autentico, stesso DNA, stessi metodi.
Il capogruppo PD al Senato, Anna Finocchiaro, annunciando l’uscita dei senatori democratici dall’aula al momento del voto, non si lascia intimidire e definisce così il decreto legge: “tutela meglio, molto meglio i criminali dei cittadini e uccide il diritto a essere informati” e ancora: “voi volete nascondere i vostri affari, l’uso privato delle risorse pubbliche e tutelare la vostra privacy perché volete il popolo cieco e bue”. Parole di fuoco che non lasciano spazio alle interpretazioni.
Anche Antonio Di Pietro non si lascia sfuggire l’occasione, dopo una nottata di protesta a Palazzo Madama: “questo governo e questa maggioranza appecoronata devono andare a casa. I cittadini, invece di stare a guardare si ribellino perché serve una nuova resistenza e siamo rammaricati che ancora una volta siamo stati lasciati soli a fermare una maggioranza criminale”.
Già, nuova resistenza e maggioranza criminale. Condivido, condivido, condivido mille volte.
Se siamo riusciti, allora, a sconfiggere il fascismo perché non riprovarci, oggi, contro questo fascismo di ritorno che oggi si chiama berlusconismo (per analogia, solo con un’azione contro natura, la parrucca, anche il nostro Silvietto non mostra la testa pelata come invece ostentava Benito)?
E se questa maggioranza è criminale, non perché la pensa diversamente da me o da te ma perché con leggi ad personam e leggi pro delinquenti si pone contro la società civile, perché non aiutiamo magistrati e giornalisti e poliziotti a rinchiudere i criminali nelle patrie galere?
Come? Manifestando, creando opinione pubblica, protestando davanti ai palazzi del potere, alzando la voce per non farci zittire, scrivendo e raccontando la verità.
Intanto i giornalisti sono i primi a mobilitarsi: sciopero per silenzio stampa nazionale il giorno del via libera definitivo di Montecitorio, probabilmente il 9 luglio. Partecipiamoci, anche se non siamo giornalisti, perché siamo cittadini.
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