Sono passati due mesi durante i quali non ho perso tempo e ho vissuto momenti magnifici, prima sulle alpi con amici/fratelli, tanti, duecento forse, in una sintonia di rapporti quasi incredibile se pensata fra umani e poi con mia moglie, quindici giorni, in una Sicilia generosa, sorprendente, odorosa di sole e di terra e di cordialità.
Un bagno di serenità, fuori dal letamaio nazional-politico dei Silvio Berlusconi, in questi giorni vergognosamente questuante voti di parlamentari acquistabili in saldo con trenta denari; dei Gianfranco Fini, il perenne ex di qualcosa ma saldamente fascista che gioca una partita apparentemente salva-democrazia ma, effettivamente, salva-scranno, il suo; degli Umberto Bossi, che non fa mistero di tenere nel pugno gli attributi virili del tiranno e di spremerli al bisogno; dei Pierluigi Bersani, silente da sempre e del suo inesistente rivale, Water Veltroni, il nulla contro il nulla, solo per farsi del male, masochismo allo stato puro.
E siamo in attesa dello sproloquio di fine settembre del ducetto nanerottolo, pare l’attesa di un terremoto o dell’apocalisse, l’ansia generale ha superato il livello di guardia: se non raccoglie alla Camera 316 voti oltre a quelli finiani si andrà a nuove elezioni. Tutti in agitazione e tutti con le dita scaramanticamente incrociate ma, vivaddio, se ciò accadesse, sarebbe l’unica buona notizia da vent’anni a questa parte specie se accompagnata finalmente dalle condanne che i tribunali dovrebbero comminargli e, data l’età, da una dipartita naturale da questa valle di lacrime.
Spes contra spem.
Noi non restiamo in attesa: serenamente e fattivamente continuiamo a combattere il cancro berlusconiano e leghista senza abbassare la guardia.
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