Un’improvvisa voglia di scrivere.
O, forse, di scrivere per meditare e progettare e, perché no, per collaborare e contribuire, come posso e come riesco, al riscatto di questo uomo tecnologicamente potente ma umanamente barbaro: un vero selvaggio. E non limitiamoci a pensare ai più poveri o ai meno istruiti, all’extracomunitario o a chi appartiene a una etnia diversa dalla nostra: noi tutti del nostro tempo siamo dei barbari. Mala tempora currunt.
Un’improvvisa voglia di raccontare la vita e le vite che incontro e che, per il fatto di averle anche solo casualmente incrociate, in qualche modo mi riguardano perché mi sfidano su ciò che mi sembra sia più mio, più intimo: la coscienza di me.
Quindi scriverò, io ormai vecchio, per continuare a crescere e per soddisfare la curiosità da sempre inappagata e che posso sintetizzare, seppur malamente o ingenuamente ma serenamente, nelle domande: che ci sto a fare io al mondo? che destino ho? a chi appartiene veramente la mia vita? cosa vuol dire fare il bene? e fare il male? che cos’è il potere? eccetera, eccetera.
Domande che necessitano non di risposte teoriche ma di esperienze concrete, vissute e sofferte che, quindi, giudicano la quotidianità sociale, politica e culturale.
Non sarà un diario intimo: darò spazio e voce alle notizie e alle esperienze di bene e di male (distinguendole con bene o male, ovviamente per me) che mi parranno giusto contributo al soddisfacimento della mia curiosità.
Cosa mi aspetto da quei perditempo che vorranno leggermi con pazienza: che si diventi, assieme, coscienti, e non necessariamente d’accordo, del tempo che stiamo vivendo in un dialogo onesto e umile a partire dalla propria inalienabile identità.
A presto.
domenica 20 settembre 2009
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E allora, un po' in ritardo, buon viaggio...
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